Roma 2013
Potrebbe essere stato un caso, ma non date retta. Fraterna Domus, che ha ospitato la maggior parte dei protagonisti del raduno di Roma era vasto, circondato da discrete ma alte recinzioni, provvisto di robusto cancello custodito, composto da numerose costruzioni, basse e uniformi, con un piazzale da attraversare, volendo, di corsa. La ciliegina era però nella mensa, immane, per centinaia di commensali, con mestoli per versare - ai sei seduti al tavolo - gustose minestre vegetali con peperini e qualcuno che – immotivatamente e clamorosamente fuori tempo – arrivati alla frutta gridava “Ritti!”.
Eppure c’è stato chi si è adoprato fino all’ultimo per farci avere buoni posti per il Papa (che fai, vai a Roma e non mi dici di Francesco?) nonché visite a giardini vaticani, musei e caserme delle guardie svizzere. Belli i primi, all’impenetrabilità dei corpi i secondi e una bolla fuori spazio e tempo – affascinante – le ultime.
Che dire poi di chi ha intrigato a fondo su prenotazioni e menu di pranzo tipico a Ostia, su porchetta di Ariccia nei pressi di villa Chigi, chi si è fatto garante – anche per il saldo - presso il circolo ufficiali di Roma (elegante e con tanto di quadri di Garibaldi & Napoleone) e chi ha tenuto i conti di bruschette, pizze & birra a Trastevere, pullman a geometria variabile, museo dei Granatieri, Aventino, Gianicolo e altro.
Veramente c’è da dire che, a lieve differenza della mai abbastanza vituperata caserma di Ascoli, alcuni partecipanti al raduno hanno avuto l’opportunità di ospitare nelle loro camere (rigorosamente biposto e senza TV) intrepide spose, che non hanno mancato di svignarsela per visitare grandi magazzini e negozi di moda. Danni collaterali per gli acquisti ancora da valutare.
Dopo la sveglia, senza tromba né impudichi caporalmaggiori ma comunque ad orari poco gestibili, sono iniziate le quattro giornate, anche per quelli di Roma & dintorni che hanno scelto con sprezzo del pericolo di trasferirsi per l’occasione, assieme agli ospiti, alla Fraterna Domus.
Il coraggio e la tolleranza dei partecipanti al raduno è stato testato, superando (di poco) le misure minime contrattuali, ascoltando guide turistiche impreparate, pasticcione e con greve accento romanesco, sopportando pazientemente sconvolgenti errori di marcia fatti da certi sedicenti accompagnatori/tassisti per caso nel traffico della Capitale, o affrontando – infine – gli ingrassanti menù di un ristorante tipico.
Ed ora tutti al gossip!
C’è chi:
- viene da lontano, ma partecipa per poco;
- viene da meno lontano, ma ci regala la sua cordialità;
- viene da abbastanza lontano, ma ci regala un autoprodotto e buonissimo vino rosso;
- avrebbe dovuto venire, ma è stato male. Auguri tanti;
- si distrae sul più bello;
- sta fuori dai “mejo posti” all’udienza generale ma fotografa il Papa da vicino;
-non resiste al fascino del calcio balilla, sottovalutando colpevolmente la scarsità di defibrillatori;
- non riconosce al primo sguardo né le mazze della guardia svizzera né i 91/38;
- conta le Madonne nei giardini vaticani.
p.s. ancora una volta ha avuto torto chi non è venuto. Quando una simile occasione potrà ricapitare?
Roma, settembre 2013
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