Bari - 9 ° raduno dal 24/05 al 28/05/2019

Bari 2019

di Piero Fantozzi

 

Sind Colin, mo so stangh. Picchie nu stezze di Paradise e scittue abbasce.”
       E’ un messaggio chiaro e forte, pronunciato distintamente da una Fonte che di più non si può e diretto ad un Destinatario altrettanto influente.           
       Il significato è chiaro, come è palese che a Bari signorile ospitalità e pazienza delicata ed incrollabile fanno parte della stessa terra, sono nel DNA dei pugliesi in genere, quindi non valgono. Un mio vezzo: non sono mai riuscito a litigare con un pugliese, eppure non è che non ci abbia provato. Ma questa è un’altra storia. Quella vera penserei di proporla in rigoroso ordine alfabetico, per non far torto a nessuno.

       A: come Alberobello, storia dell’uomo, cultura, turismo, e la firma dei trullari in cima al cono rovesciato: non lo sapevo, e non è mai troppo tardi. Istruttivo
       B: Come Bari, oggetto della Creazione come spiegato prima. Magico
       C: come Castello e Cattedrale: Echi di battaglie, mostre d’arte, legami con la Chiesa ortodossa ed il culto russo di S. Nicola. Suggestivo
       D: come Doni: i riconoscimenti ai coniugi Sassoli, l’albero d’ulivo dal biblico significato di Pace nonché di simbolo della Puglia, gadget e cordialità. Rassicurante
       E: come Edoardo. Grazie
       F; come Felice. Grazie
       G: come Grotte di Castellana: non c’è bisogno di essere un sensitivo per coglierne il messaggio di mistero, di maestosità, nonché della microscopica durata della nostra vita confronto alla madre terra. E ci rappresentano anche l’inferno dantesco. Da rifletterci su.
       H: Hotel Leon d’oro. Molto bello e con una reception dall’efficienza e cordialità superbe. Esemplare
       I: Come idee. Il Trenino della Felicità (orribile nome, ma ottima utilità) ci ha fatto vedere Bari e visitare molti luoghi senza affaticarci; il pomeriggio libero – messe opportunamente in salvo le carte di credito – ha permesso alle nostre compagne di visitare i sontuosi negozi del centro cittadino. Molto apprezzati.
       L: come luogo magico: Giovinazzo, vicoli e Chiese e rosoni  e gargolle  e Mezzaluna assieme alla Croce sui campanili. Grande
       M. come Modugno, Domenico, la cui statua ti accoglie  a braccia aperte sullo sfondo di un mare stupendo e di rocce colorate ed erose dai secoli da agenti naturali. Dove? A Polignano, luogo decisamente elegante,  che merita di essere famoso. Chic.
       N. Come Nicola, S. Nicola: davanti abbiamo potuto ammirare un gran corteo storico con suoni di tamburi e chiarine, dame, cavalieri, serpenti, saltimbanchi, sbandieratori e costumi stupendi. Affascinante
       O: Come Ospitalità. Memorabile
       P: Come Petruzzelli: Un Teatro rinato, ricostruito nel suo splendore, che non ti opprime ma che ti accoglie. Un Teatro senza il palco reale ma coi palchi muniti di specchi che consentono di vedere( oltre che di ascoltare)  palcoscenico, golfo mistico e, perché no,  chi c’è in platea e altrove, senza essere visti. Non sarei mai uscito dal suggestivo foyer. Sfolgorante.
       Q: Come Quattro aperipranzi/apericene: ghiottonerie freschissime. Ma chiamarli col prefisso “aperi” è riduttivo. Pantagruelici
       R: come ricordo. Resterà nei nostri cuori una parentesi, breve e per questo ancor più bella, che nella nostra maturità ci ha regalato un incontro con persone splendide, in luoghi indimenticabili e così lontani ma così vicini.
       S: come Sacrario. La comune meraviglia ha dato luogo a sentimenti i i più diversi: c’è chi ha visto – per la prima volta – il sacello di un parente che vi è sepolto., chi ha apprezzato l’eccellente guida che ci ha donato il Colonnello comandante, ma tutti hanno provato una profonda commozione. Indimenticabile
       T: Il Trenino della Felicità:  sollievo di ginocchia, anche, e piedi con scarpe strette (!) nonché luogo dedicato per una immediata socializzazione. Fantastico
       U: Come Ulivo: messi a dimora da nord a sud i rigogliosi piccoli alberi: l’ottimismo, assieme alla gratitudine, imperano. Graditissimi
       V: come Vintage, che permea ormai da quasi dieci anni i nostri raduni. Una patina di saggia freschezza, di amicale cameratismo, di sprazzi di goliardica spensieratezza, assai sostenuti dalle nostre compagne di vita, sempre vicine e-  pare - liete di esserci.
       Z come Zonno, il locale della cena di fine raduno, che assieme alla sua raffinata eleganza ci ha offerto anche una assai apprezzata esibizione canora della nuora del ns Comandante Col. Quagliarella. Un nostro arricchimento.

       Qui finisce l’alfabeto, italiano, ma non dimenticherei la visita a Matera, altra testimonianza dell’umano progredire,  né che è quasi tempo di bilanci, a dieci dall’inizio di raduni numerosi, ma più che di somme parlerei di gioia  nel ritrovarci, e dell’incredibile entusiasmo che continua a sostenerci.


                                                                                                                                             PF.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 



 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 






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